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🌑Calcata, tra reliquie divine e spiriti ribelli: Storie, Leggende e Curiosità del borgo delle streghe

  • Immagine del redattore: Giano di Vico
    Giano di Vico
  • 18 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 19 mag



In cima a uno sperone di tufo, incastonato tra forre selvagge e silenzi spessi come la pietra, sorge Calcata.

Chi entra, lo sente subito: questo non è un paese. È un incantesimo.


Calcata è uno dei luoghi più enigmatici della Tuscia. Mentre altrove la storia si legge nei libri, qui si respira sotto la pelle. Ogni vicolo è una soglia, ogni porta sembra nascondere un sortilegio. E in effetti… non sono solo impressioni.


Ecco le storie più incredibili, le leggende dimenticate e le stranezze che fanno di Calcata un borgo fuori dal tempo — e forse anche fuori dallo spazio.




✝️ Il Santo Prepuzio: la reliquia più controversa della cristianità



Non è leggenda, è storia documentata: per secoli, nella chiesa del Santissimo Nome di Gesù a Calcata fu custodita una delle reliquie più discusse della cristianità: il Santo Prepuzio di Gesù.


Secondo la tradizione, fu portato a Calcata nel Medioevo da un soldato crociato. Custodito in una teca d’oro, attirava pellegrini e misteri. Alcuni sostenevano che avesse poteri miracolosi. Altri lo consideravano una reliquia troppo scandalosa per essere vera.


Nel 1983, la reliquia sparì misteriosamente. Ufficialmente “rubata”. Ma alcuni dicono che sia stata fatta sparire dal Vaticano, per evitare imbarazzi teologici.

Da allora, in certi giorni dell’anno, qualcuno giura di sentire canti gregoriani provenire dalla cripta, anche se la chiesa è chiusa.




🧙‍♀️ Calcata, il borgo delle streghe



Le anziane lo raccontano ancora, con voce bassa e occhi che guardano altrove: “Qui le streghe ci sono sempre state”.


Una leggenda narra di una strega chiamata Nencia, che viveva ai margini del borgo e preparava pozioni per curare o maledire, a seconda delle intenzioni di chi la cercava. Nessuno l’ha mai vista morire. Si dice sia scomparsa durante una notte di vento, lasciando solo un cerchio di pietre annerite nel suo giardino.


Ancora oggi, quel punto è evitato da chi conosce la storia. Anche i gatti del borgo, si dice, non ci passano mai sopra.




🕯️ Anni ’30: il paese abbandonato che non ha voluto morire



Nel 1935, Calcata fu dichiarata pericolante dal governo fascista. Gli abitanti furono obbligati a trasferirsi nel “nuovo centro” a valle. Le case si svuotarono, le finestre si spensero, e il silenzio calò sul borgo come un sudario.


Ma Calcata non si lasciò seppellire.


A partire dagli anni ’60, cominciarono ad arrivare artisti, poeti, musicisti, scultori, eremiti, sognatori. Gente in fuga dal mondo normale. Persone che sentivano in quel luogo una vibrazione diversa.


Nacquero botteghe, laboratori, teatri improvvisati, comunità. Oggi, Calcata è un microcosmo alternativo dove convivono spiritualità e psichedelia, vangelo e tarocchi, pittura e stregoneria.




🌒 Le stranezze che non si spiegano (e non si vogliono spiegare)



  • Le case sembrano cambiare forma. Chi vi abita giura che alcune pareti si allungano o si restringono con il passare degli anni.

  • Le strade sono un labirinto esoterico. Tracciate secondo geometrie misteriose, secondo alcuni seguirebbero linee energetiche antiche.

  • In certe notti, tra le gole del Treja, si sentono canti in lingue ignote, accompagnati da tamburi. Nessuno ha mai trovato la fonte.

  • Calcata è anche famosa per la sua alta concentrazione di gatti, che sembrano possedere una mappa invisibile del borgo e… dei suoi segreti.





✨ Calcata non si visita: si attraversa



Venire a Calcata non è come visitare un museo.

È come infilarsi in una dimensione parallela, fatta di simboli, ricordi e domande a cui è meglio non rispondere.


Qui tutto è possibile, ma nulla è certo.

Chi arriva col cuore aperto, potrebbe vedere più di quanto si aspetti.

Chi viene per caso… ci torna.

E chi viene per restare, ha forse già vissuto qui.

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