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🍁 "Foliage" “Quando gli alberi si spogliano, la Tuscia si riveste di magia”

  • Immagine del redattore: Giano di Vico
    Giano di Vico
  • 18 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

La stagione del respiro lento

C’è un tempo dell’anno in cui la Tuscia sembra trattenere il fiato. Le colline ammorbidiscono i contorni, i boschi si tingono di rame e l’aria profuma di terra, di castagne e di pioggia.È l’autunno, la stagione in cui il foliage trasforma il paesaggio in un mosaico dorato e malinconico. Qui, tra Viterbo, Ronciglione, Caprarola e Torre Alfina, la natura si mette in scena come in un affresco rinascimentale: ogni foglia è una pennellata, ogni raggio di sole un gesto divino.


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La Faggeta del Monte Cimino: il cuore dorato d’Europa

Salendo verso il Monte Cimino, i rumori svaniscono e il mondo si riduce al passo sul fogliame. I faggi, altissimi e solenni, filtrano la luce in mille sfumature di oro antico, ambra e carminio.Dichiarata Patrimonio Unesco, questa foresta primordiale è il tempio del silenzio: qui si entra in punta di piedi, quasi con devozione.Il sentiero che conduce verso l’antica acropoli protostorica è un viaggio nella memoria del mondo. Ogni curva apre scorci che sembrano usciti da un sogno nordico, ma con l’anima mediterranea che solo la Tuscia sa donare.

Sedetevi un momento: ascoltate il respiro del vento. È la voce dell’autunno che passa tra i rami, la stessa da secoli.


Monte Fogliano e il Lago di Vico: dove l’acqua riflette il tempo


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Sotto Monte Fogliano, il Lago di Vico diventa uno specchio che moltiplica la bellezza.Le faggete si piegano sull’acqua, tingendo la superficie di rossi, gialli e verdi cangianti. È un luogo di pace profonda, quasi intatta, dove il passo si fa lento e il cuore si disarma.

Il sentiero che conduce all’Eremo di San Girolamo è una piccola avventura spirituale: si sale tra pietre vulcaniche, muschi e radici contorte, fino a scoprire la quiete del romitorio scavato nella roccia nel XVI secolo.Chi ci arriva trova un silenzio che non è vuoto, ma pieno di memoria. Il vento racconta leggende di monaci e viandanti, e a tratti si sente l’eco del passato lungo le antiche vie romane che attraversano il bosco.


Il Bosco del Sasseto: il giardino incantato del conte Cahen


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A Torre Alfina, ai confini con l’Umbria, si apre un mondo parallelo. Il Bosco del Sasseto è un luogo che non sembra appartenere a questa epoca: alberi storti e secolari si intrecciano con massi vulcanici coperti di muschio, mentre una nebbia leggera danza tra le radici.

È un paesaggio da fiaba gotica, sospeso tra la vita e il sogno.Chi percorre i suoi sentieri scopre piccole tracce di un passato dimenticato — ghiacciali, sorgenti, pompe d’acqua — fino ad arrivare al mausoleo neogotico del conte Edoardo Cahen, che volle essere sepolto proprio lì, in mezzo agli alberi che amava.Il Sasseto non si attraversa: si contempla. È uno di quei luoghi che ti chiedono di restare in silenzio, come davanti a una preghiera.

Un itinerario di luce e lentezza


Tre luoghi, tre anime di una stessa terra.Il Cimino insegna la solennità, Fogliano la quiete riflessa, il Sasseto la meraviglia.Insieme raccontano la Tuscia d’autunno, quella che non si fotografa soltanto, ma si vive respirando piano, accarezzando le cortecce, ascoltando i rintocchi lontani dei borghi.

Portate con voi un taccuino, una coperta e una bottiglia di vino locale. Fermatevi dove l’ombra incontra la luce.E se vi perdete tra i sentieri, lasciate che sia il bosco a ritrovarvi.

📍 Luoghi consigliati

  • Faggeta del Monte Cimino – Caprarola

  • Faggeta di Monte Fogliano – Ronciglione / Lago di Vico

  • Bosco del Sasseto – Torre Alfina, Acquapendente

📸 Suggerimento per gli scatti: la luce delle 16:30, quando il sole filtra basso e le foglie diventano trasparenti come vetro antico.

✍️ Testo di Giano di Vico🕯️ Viterbolandia – dove la Tuscia si racconta da sola.


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