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Chi è Giano di Vico

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Nessuno lo ha mai visto correre.

Si dice che sia arrivato a Viterbo per caso, una sera di nebbia e treni in ritardo. Qualcuno giura che fosse solo di passaggio. Ma il passaggio, a volte, diventa sosta. E la sosta, se benedetta dal silenzio giusto, può diventare casa.

 

Non è nato qui, ma conosce i vicoli meglio di chi ci è cresciuto.

Non fa parte di nessuna comitiva, ma lo salutano tutti con un cenno minimo — come si fa con quelli che non disturbano.

Scrive, cammina, osserva. E ogni tanto sorride da solo quando scorge l’ennesimo cartello “chiuso per ferie” in pieno gennaio.

 

Questo blog lo ha chiamato Viterbolandia per scherzare.

Ma anche per dire: in questa città tutto sembra finto, e invece è vero. E se ti pare ostile, è solo perché ha deciso che prima ti devi meritare l’accoglienza.

 

Lui ha deciso di raccontarla senza esibirla.

Di scrivere senza fretta.

Di aprire un cancello senza fare rumore.

 

Firma i suoi pezzi con uno pseudonimo.

Perché non cerca visibilità: cerca connessioni.

Questo blog nasce da un’inquietudine dolce: quella di vivere in una città straordinaria che troppo spesso si lascia ignorare.

Viterbo non si offre. Si lascia trovare.

È come un libro antico lasciato aperto a metà, che non ti chiama, ma ti guarda.

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