👻 Il Castello di Soriano nel Cimino: apparizioni, segreti e fantasmi tra le mura
- Giano di Vico
- 24 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 25 lug

C’è un castello, nel cuore della Tuscia, che sembra disegnato per raccontare storie. Imponente, silenzioso, affacciato sul borgo di Soriano nel Cimino come un antico guardiano, il Castello Orsini è molto più di un monumento: è una presenza. Una presenza che, a detta di molti, non è mai davvero sola.
Un passato nobile e inquieto
Costruito nel XIII secolo per volere di papa Nicolò III, il castello fu a lungo conteso da grandi famiglie, tra cui gli Orsini, i Colonna e i Chigi. Le sue mura hanno visto passare papi, cardinali e soldati, ma anche prigionieri, traditori e amanti.
Ed è forse proprio da quelle vite spezzate o tormentate che nascono le leggende.
La dama velata e il prigioniero invisibile
Tra le storie più raccontate dagli abitanti e dai visitatori c’è quella della dama velata, che apparirebbe nelle notti di luna piena, affacciata da una delle finestre alte della torre. Si dice cammini lentamente, con in mano un fazzoletto insanguinato, alla ricerca di un amore perduto.
Un’altra leggenda narra di un prigioniero condannato ingiustamente, il cui spirito infesterebbe le segrete del castello. A volte, chi visita le stanze più basse racconta di udire gemiti, catene che si trascinano, o di percepire un’improvvisa ondata di freddo.
Un castello che respira ancora
Oggi il castello ospita eventi culturali, mostre e visite guidate. Ma sono in molti a raccontare di strani episodi durante i sopralluoghi notturni: luci che si accendono da sole, oggetti spostati, sensazioni inspiegabili. Alcuni studiosi di fenomeni paranormali hanno anche installato sensori nelle stanze più antiche. I risultati? Anomalie nei campi elettromagnetici, rumori senza origine apparente, e registrazioni inquietanti.
Il fascino del mistero
Che si creda o meno ai fantasmi, una cosa è certa: il Castello di Soriano nel Cimino non lascia indifferenti. C’è qualcosa, tra quelle pietre, che parla al tempo. Una storia che non si è mai interrotta, e che continua a sussurrare a chi sa ascoltare.
Tra scomuniche, amori proibiti e prigionieri fantasma: le verità e le leggende del Castello di Soriano nel Cimino
In cima al borgo, il Castello Orsini osserva immobile da secoli. Eppure, chi vi entra racconta spesso di una strana sensazione: come se il tempo lì dentro non fosse mai davvero passato. Ogni pietra sembra sussurrare qualcosa. Ogni angolo custodisce una storia. Alcune dimenticate, altre tramandate nei sussurri dei vecchi del paese.
Il Cardinale imprigionato: la vendetta dei Colonna
Nel 1437, il cardinale Giovanni Orsini fu accusato di tradimento per essersi opposto alla linea politica pontificia. I Colonna, rivali storici degli Orsini, ne approfittarono: lo catturarono con l’inganno durante un ricevimento e lo rinchiusero proprio nelle segrete del castello. Si racconta che fu lì che morì, consumato da febbri e rimorsi, lasciando inciso un messaggio criptico su una pietra della cella. Ancora oggi, quel graffito è visibile, ma nessuno è mai riuscito a decifrarlo del tutto.
L’amante della dama: un amore pagato con il sangue
Tra le storie più oscure, c’è quella di Beatrice, una giovane nobildonna costretta a sposare un uomo potente e crudele. Innamoratasi di un ufficiale al servizio del papa, tentò la fuga con lui durante una notte d’estate. Ma furono catturati. L’uomo fu giustiziato sul posto; lei rinchiusa a vita in una delle torri. Ancora oggi, secondo i racconti, nelle notti di luglio si sentirebbe il pianto della dama e il suono di passi leggeri nella torre nord.
Il fantasma del cuoco impiccato
Nel XVII secolo, un cuoco di corte fu accusato di avvelenamento dopo la morte improvvisa di un prelato. Si dice che fosse innocente, ma l’ira del cardinale committente fu implacabile. Fu impiccato nel cortile interno senza processo. Da allora, molti visitatori parlano di un’ombra che compare accanto alle cucine, mentre l’odore di rosmarino e carne arrosto si diffonde, anche quando nessuno cucina.
La scomunica mai revocata
Secondo una leggenda, il castello fu maledetto da un vescovo francese che vi fu esiliato e morì in prigionia. Prima di spirare, lanciò una scomunica sul luogo, giurando che nessuna famiglia vi avrebbe mai trovato pace. Ed effettivamente, ogni proprietario successivo—fossero Orsini o Chigi—ha visto declino, malattie o rovesci economici poco dopo aver preso possesso del maniero.
Oggi, tra storia e mistero
Oggi il castello è visitabile, ma le sue ombre restano. Gli studiosi raccontano la storia. I visitatori avvertono la leggenda. E ogni tanto, qualcuno esce in silenzio, con lo sguardo perso, come se avesse visto qualcosa che non si può spiegare.
Komentarze