🏰Roccalvecce: tra castelli, calanchi e fiabe, il borgo che ha riscritto la sua storia
- Giano di Vico
- 6 mag
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 21 mag
Nascosto tra le pieghe della Valle dei Calanchi, circondato da colline, silenzi e storie dimenticate, Roccalvecce è un borgo che sembra uscito da un libro. E, in un certo senso, lo è davvero. Perché questo piccolo centro della Tuscia viterbese, con le sue radici etrusche e il suo profilo medievale, ha saputo risorgere attraverso l’arte, la fantasia e la memoria.
Oggi è noto come Il paese delle fiabe. Ma per comprenderlo fino in fondo, bisogna partire da molto più lontano.
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Le origini: da castrum romano a baluardo sul Tevere
Le prime tracce di vita a Roccalvecce risalgono all’VIII-VII secolo a.C., epoca etrusca. Le tombe rupestri ritrovate nella zona attestano la presenza di un insediamento stabile, legato con ogni probabilità ai grandi centri di Tarquinia e Civita di Bagnoregio.
Successivamente, in epoca romana, Roccalvecce divenne un castrum, una piccola fortificazione lungo la direttrice del fiume Tevere, crocevia naturale tra Etruria, Umbria e Lazio.
Ancora oggi, nella base del castello, sono visibili porzioni di opus reticulatum, tipico dei muri romani, a dimostrazione che sotto le pietre medievali del borgo c’è una storia ancora più antica e profonda.
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Dal Medioevo alle grandi famiglie nobiliari
Il toponimo “Rocca del Veccio” appare per la prima volta nei documenti medievali: potrebbe derivare dal nome del condottiero che la fondò o da un’antica denominazione locale.
Ma secondo un’altra affascinante teoria, “Roccalvecce” deriverebbe da “Rocca Helvetica”, in ricordo di un presidio delle guardie svizzere stanziate nel borgo a difesa dei confini tra Stato Pontificio e Repubblica di Siena.
Nel corso dei secoli, il castello e il territorio di Roccalvecce furono oggetto di contesa tra alcune delle famiglie più potenti dell’Italia centrale:
Monaldeschi di Bagnorea
Gatti di Viterbo
Colonna
Chigi
A partire dal Seicento, il castello passò alla famiglia Costaguti, che lo conserva tuttora.
Un dato raro, che fa di Roccalvecce uno degli ultimi borghi laziali dove un’antica famiglia nobiliare risiede ancora nel proprio castello.
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Il castello e il borgo: pietra, storia e silenzio
Il cuore di Roccalvecce è il Castello Costaguti, una struttura imponente che domina il paese e la valle circostante.
Edificato su fondamenta romane, ampliato in epoca medievale e modificato nel Rinascimento, il castello è oggi residenza privata, ma visibile dall’esterno e fotografato da chiunque passi per il borgo.
Accanto al castello si trova la chiesa di Santa Maria della Rocca, piccolo gioiello di spiritualità e architettura. Il centro storico conserva case in tufo perfettamente integrate nel paesaggio, strette tra i vicoli che salgono e scendono come una spina dorsale tra le memorie del passato.
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Il Paese delle Fiabe: arte, rinascita e immaginazione
A partire dal 2016, Roccalvecce ha conosciuto una rinascita straordinaria grazie al progetto “Il paese delle fiabe”, ideato da Gianluca e Paola Chiovelli e realizzato con l’Associazione ACAS.
Nelle frazioni di Roccalvecce e Sant’Angelo, sono stati realizzati murales, mosaici, sculture e installazioni ispirate ai grandi classici della letteratura per l’infanzia.
🌈 Oggi si contano più di 36 opere d’arte urbana, tra cui:
Alice nel Paese delle Meraviglie
Pinocchio
La spada nella roccia
Hansel e Gretel
Don Chisciotte
Il Piccolo Principe
Il libro della giungla
Il progetto ha trasformato un borgo quasi dimenticato in una meta turistica di richiamo nazionale, attirando famiglie, artisti, giornalisti, fotografi e curiosi.
Ma soprattutto, ha restituito orgoglio e identità a una comunità intera.
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Tra natura, comunità e tradizione
Oltre all’arte e alla storia, Roccalvecce è anche territorio, agricoltura e socialità.
Ogni estate si rinnova la Sagra delle Ciliegie a Sant’Angelo: stand gastronomici, musica, giochi e, naturalmente, i prodotti tipici del luogo.
La cucina locale è semplice, sincera, genuina:
Pasta fatta in casa
Funghi e cinghiale
Dolci di castagne
Ciliegie, confetture, crostate
Vini e olio della Valle dei Calanchi
Le trattorie del borgo e le iniziative culturali, come la mostra “Roccalvecce a Colori”, valorizzano la creatività e il senso di appartenenza degli abitanti.
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Cosa vedere a Roccalvecce
✔️ Il Castello Costaguti (esterni)
✔️ La chiesa di Santa Maria della Rocca
✔️ I murales e le opere del Paese delle Fiabe
✔️ I sentieri trekking nella Valle dei Calanchi
✔️ Il Cammino Medievale verso Celleno
✔️ Il Sentiero dei Castelli delle Fiabe
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Conclusione: il borgo che ha scelto la fantasia per riscrivere il futuro
Roccalvecce non è solo un borgo da visitare. È un messaggio universale: si può rinascere attraverso la cultura, la bellezza, l’immaginazione.
Dalle fondamenta romane ai castelli medievali, dai disegni sui muri alle saghe contadine, ogni angolo di questo luogo racconta una storia di resistenza e creatività.
“A Roccalvecce, ogni pietra è memoria. Ogni disegno, una promessa. E ogni passo, un invito a credere ancora nelle fiabe.”
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