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- 🌌 Le Vie Cave: le strade impossibili degli Etruschi
Tra i colli tufacei della Maremma laziale, dove il vento sussurra storie di popoli antichi, si snoda uno dei misteri più affascinanti lasciati dagli Etruschi: le Vie Cave . Giganteschi corridoi scavati a mano nel tufo, profondi fino a 25 metri e lunghi oltre un chilometro, collegano Pitigliano, Sovana e Sorano , creando una rete unica al mondo. Percorrerle oggi significa entrare in un labirinto naturale e sacro , dove pareti verticali ricoperte di muschio e felci sembrano custodire il respiro della terra. 🏺 Origini e Misteri La funzione delle Vie Cave resta avvolta nel dubbio, come spesso accade con le opere etrusche: 🚶 Vie di comunicazione : strade che collegavano i centri urbani e le necropoli, protette dal sole e facilmente difendibili. ✨ Percorsi rituali : cammini sacri verso la Madre Terra, usati per processioni e riti di passaggio. 🌌 Canali simbolici : tunnel verso il mondo sotterraneo, in continuità con il culto etrusco degli Inferi. Alcuni studi ipotizzano persino funzioni idrauliche o difensive , ma nessuna spiegazione è definitiva. Ed è forse questa la loro forza: restare un enigma aperto. 🌿 Un Ecosistema Unico Camminare nelle Vie Cave significa entrare in un microclima speciale: Umidità costante, aria fresca e filtrata. Vegetazione rara: Scolopendrium Vulgare e Capelvenere , felci che crescono solo in habitat particolari. Pareti che sembrano cattedrali naturali , ornate da incisioni, croci medievali e simboli apotropaici lasciati nei secoli. Un paesaggio che unisce natura, storia e spiritualità in un unico respiro. 📍 Dove trovarle Le Vie Cave sono visitabili soprattutto nei dintorni di Pitigliano, Sorano e Sovana , tre borghi che già da soli valgono il viaggio. Alcuni percorsi celebri: Via Cava di San Giuseppe (Pitigliano) : tra le più suggestive, scende nel cuore della rupe. Via Cava di San Rocco (Sorano) : affacciata su panorami mozzafiato, alterna corridoi e aperture improvvise. Vie Cave di Sovana : un reticolo che collega la necropoli etrusca con il borgo medievale. 👉 La rete è visitabile liberamente, ma sono consigliate scarpe comode da trekking , torcia e una buona mappa. ⚔️ Dall’antichità al Medioevo Le Vie Cave non cessarono di vivere con la fine degli Etruschi: I Romani le usarono come collegamenti secondari. Nel Medioevo divennero rifugi e passaggi militari . Le comunità locali vi lasciarono croci, simboli e incisioni, trasformandole in luoghi di culto popolare . Oggi sono testimonianze stratificate di oltre 2500 anni di storia . ✨ Un’esperienza sensoriale Entrare in una Via Cava è come varcare una soglia: Il silenzio avvolge, interrotto solo dal gocciolare dell’acqua. La luce filtra dall’alto in lame sottili 🌞. Le pareti, coperte di muschi e radici, sembrano respirare accanto a te. Ogni passo è un ritorno a un tempo in cui l’uomo viveva in simbiosi con la roccia e con il sacro . 🗝️ Consiglio di Viterbolandia 👉 Dedicate almeno mezza giornata all’esplorazione delle Vie Cave. 👉 Portate con voi una guida locale : saprà raccontarvi simboli e storie nascoste che altrimenti sfuggirebbero. 👉 Fermatevi, in silenzio, al centro di un corridoio: sentirete davvero la forza della Tuscia , che unisce cielo e terra.
- ⛰️ La Piramide Etrusca di Bomarzo: il mistero scolpito nel bosco
Tra i castagneti e i silenzi umidi dei boschi di Bomarzo, si nasconde un enigma di pietra che sembra uscito da un racconto iniziatico: la Piramide Etrusca , o “Sasso del Predicatore”. Un altare rupestre alto circa 16 metri, scolpito in un unico masso di peperino, che sfida ancora oggi studiosi, viaggiatori e sognatori. Un monumento unico in Europa, rimasto nell’ombra fino al 1911, e che oggi appare come un’apparizione: un tempio dimenticato, dove natura e mistero si intrecciano in un abbraccio antico. 📜 Un altare tra mito e archeologia Salendo i suoi 28-35 gradini scavati nella roccia , si entra in un mondo sospeso: tre piattaforme, sedili laterali, canali che convogliavano liquidi. Tutto parla di riti antichi , di sacrifici, di offerte agli dèi. Per alcuni era un altare sacrificale etrusco , dedicato agli Inferi ⚡. Per altri affonda le radici in un tempo ancora più remoto, legato ai Rinaldoniani , popolazioni del IV millennio a.C. che osservavano il cielo 🌌 e celebravano culti arcaici. Che fosse luogo di aurispici 🔮, di sangue versato o di silenziose osservazioni astronomiche, la sua funzione resta avvolta nel mistero. Ed è proprio questo che affascina: la certezza di non sapere, la suggestione di poter immaginare. 🏛️ L’architettura “sbagliata” che incanta La piramide non ha la perfezione geometrica delle sorelle egizie. È asimmetrica, quasi “stonata”, eppure in questa imperfezione risiede il suo fascino . Ricorda lontanamente le piramidi precolombiane 🗿, ma ha tratti italici, ittiti, irriducibilmente locali. Sembra parlare una lingua sconosciuta, scolpita non per stupire ma per connettere l’uomo al mistero ✨. 🚶♂️ Un cammino tra tombe e silenzi Raggiungerla è già parte del rito. Dal parcheggio del campo sportivo di Bomarzo 🅿️, un sentiero segnalato da tacche rosse conduce nel bosco. ⏱️ Tempo di percorrenza : 30-40 minuti. 🥾 Consigliato : scarpe da trekking, acqua, orientamento con GPS. Lungo il cammino, tra radici e pietre, si incontrano tombe etrusche ⚰️ e tracce di antichi insediamenti. Poi, all’improvviso, appare la piramide : una cattedrale di tufo, nascosta tra i rami. 🙌 La rinascita grazie a un custode Per anni la piramide fu inghiottita dalla vegetazione 🌿. Solo nel 2008, grazie alla passione di Salvatore Fosci , volontario innamorato della sua terra, tornò visibile. Con pazienza e tenacia, liberò la pietra dai rovi e restituì alla comunità un patrimonio straordinario 🕊️. Oggi la piramide è un luogo vivo , aperto all’esplorazione, dove ciascuno può salire i gradini e interrogare il passato. 🌌 Un’esperienza che resta dentro Visitare la Piramide Etrusca di Bomarzo non significa solo vedere un monumento. È vivere un incontro : con la storia, con il mistero, con la natura 🌳. Un altare che non offre risposte, ma domande ❓. Che non parla, ma ascolta 👂. Che non si mostra a chiunque, ma solo a chi ha il coraggio di addentrarsi nel bosco e lasciarsi sorprendere. ✨ Consiglio di Viterbolandia Portate con voi scarpe da trekking, acqua e curiosità. E soprattutto, tempo: perché davanti alla piramide non si guarda l’orologio ⌛. Si guarda dentro se stessi.
- 🌿 L’Antico Borgo di Sutri: eleganza e storia nel cuore della Tuscia
Sutri, antica porta d’ingresso alla Tuscia, custodisce tra le sue campagne un gioiello di rara suggestione: l’Antico Borgo di Sutri . Qui il tempo sembra aver rallentato il suo passo, lasciando spazio all’eleganza delle pietre, al silenzio dei cortili, al fascino dei paesaggi che circondano questa dimora storica oggi divenuta una delle location più amate per eventi esclusivi. 🏛️ Architettura e ambienti L’Antico Borgo nasce da un attento recupero delle strutture originarie: un restauro che ha saputo valorizzare pietra locale, legni antichi e dettagli architettonici . Passeggiando tra i suoi spazi si incontrano: cortili lastricati che evocano atmosfere medievali, ambienti affrescati che raccontano secoli di storia, un parco scenografico , ideale per ricevimenti all’aperto e momenti di relax immersi nella natura. La modularità degli spazi consente di ospitare sia eventi intimi che celebrazioni con centinaia di ospiti, sempre in un contesto raffinato e accogliente. 🍷 Cucina e tradizione enogastronomica Ogni evento all’Antico Borgo di Sutri è accompagnato da una proposta culinaria che intreccia tradizione e innovazione . Prodotti tipici della Tuscia vengono reinterpretati con creatività contemporanea. Degustazioni, banchetti, brunch e aperitivi possono essere personalizzati, con la garanzia di fornitori selezionati e personale esperto. La cura dei dettagli trasforma ogni esperienza gastronomica in un percorso di scoperta, capace di unire convivialità e raffinatezza. 🎉 Servizi e versatilità La forza del borgo è la sua capacità di adattarsi: matrimoni di charme , con convenzioni e soluzioni su misura, ricevimenti privati, feste e shooting fotografici , convegni aziendali ed eventi culturali , che trovano nei suoi spazi la cornice perfetta. La posizione, immersa nella campagna ma facilmente raggiungibile, unita a riservatezza ed eleganza, rende l’Antico Borgo una scelta ideale per chi cerca qualità senza compromessi. 🌟 Atmosfera e reputazione L’Antico Borgo di Sutri è molto più di una location: è un’esperienza. L’atmosfera accogliente, i dettagli architettonici e i paesaggi mozzafiato regalano a ogni ospite la sensazione di vivere un momento sospeso tra storia e natura . Non a caso, è oggi una delle destinazioni più richieste della Tuscia per chi desidera celebrare in un contesto autentico e indimenticabile. ✨ Un invito alla scoperta Scegliere l’Antico Borgo di Sutri significa affidarsi a una cornice che unisce arte, memoria e paesaggio . Una dimora storica che sa raccontarsi con discrezione e classe, trasformando ogni evento in un ricordo che dura nel tempo.
- 🌿 Villa Muti Bussi: eleganza seicentesca nel cuore della Tuscia
Tra i colli verdi e silenziosi della Tuscia, a pochi passi da Viterbo, si erge Villa Muti Bussi , una dimora storica che da secoli custodisce l’anima aristocratica del territorio. Un luogo dove arte, natura e storia si intrecciano, offrendo ai visitatori e agli ospiti l’esperienza di un viaggio nel tempo, tra fasti seicenteschi e ospitalità raffinata. 🏛️ Architettura e ambienti unici La villa, rimaneggiata nel 1737 dall’architetto Giuseppe Prada su un edificio preesistente – già casino di caccia dei Bussi nel XVI secolo – è un capolavoro che unisce funzionalità ed eleganza. La Galleria del Giardino , collegata da una scenografica scalinata, introduce al piano nobile , con sale sontuose come la sala da pranzo e il salottino affrescato. Una cappella privata si affaccia sul parco, offrendo uno spazio intimo e suggestivo per cerimonie e matrimoni. Gli interni, impreziositi da affreschi barocchi e arredi d’epoca, conservano intatta l’atmosfera signorile di una residenza di prestigio. Il parco di oltre un ettaro comprende pineta, giardino all’italiana, viali alberati e un ponte panoramico che regala viste incantevoli sulla campagna circostante. 🎉 Una location per eventi esclusivi Oggi Villa Muti Bussi è una delle location più richieste della Tuscia per: matrimoni da favola , capaci di accogliere fino a 400 ospiti; ricevimenti privati , feste ed eventi mondani; set cinematografici e shooting fotografici , grazie agli ambienti di grande impatto scenico; convegni e meeting aziendali , con sale personalizzabili e servizi dedicati. Gli spazi interni ed esterni, uniti a un’organizzazione curata nei minimi dettagli, offrono un’esperienza su misura, tra riservatezza, charme e comfort contemporaneo. 👑 Una storia di famiglie e di prestigio La villa affonda le sue radici nella storia della famiglia Bussi , tra le più influenti di Viterbo sin dal XIII secolo. Nata come residenza di caccia, fu ampliata nei secoli fino a diventare la dimora dei marchesi Muti-Bussi , protagonisti della vita politica e sociale della Tuscia. Dopo decenni di declino seguiti alla Seconda Guerra Mondiale, la villa è stata restaurata e restituita al suo antico splendore, tornando a essere un simbolo di eleganza e ospitalità aristocratica . 🌟 Curiosità e dettagli preziosi Gli affreschi interni sono attribuiti a importanti artisti del barocco. La villa ha ospitato papi, nobili e studiosi , rafforzando il suo ruolo di crocevia culturale della Tuscia. Ogni ambiente racconta una pagina di storia, offrendo agli ospiti l’emozione di vivere tra arte, natura e memoria nobiliare . ✨ Un gioiello della Tuscia da vivere Villa Muti Bussi non è solo una dimora storica, ma un luogo che incarna lo spirito della Tuscia: raffinata, discreta, capace di sorprendere con la sua bellezza autentica. Un palcoscenico di eleganza senza tempo, dove passato e presente si fondono per regalare esperienze indimenticabili.
- 🇮🇹 Il Principe Montholon e la leggenda napoleonica al Castello di San Michele in Teverina
Tra le tante storie che abitano il Castello di San Michele in Teverina , ce n’è una che profuma di Francia e che lega queste mura al destino di Napoleone Bonaparte . Nel XIX secolo, il maniero ospitò il principe Charles-Tristan de Montholon , generale, diplomatico e compagno d’esilio dell’imperatore a Sant’Elena. Con lui arrivarono frammenti d’Europa, ricordi di battaglie e l’eco della leggenda napoleonica. 📜 La Suite Montholon: scrigno di memorie All’interno del castello, la Suite Montholon conserva arredi e cimeli che riportano indietro nel tempo. La tradizione narra che il principe custodisse in quelle stanze documenti segreti sugli ultimi giorni di Napoleone , rimasti per sempre avvolti nel mistero. Nelle notti di vento, qualcuno dice che tra i corridoi si percepisca ancora la sua presenza, assorto nei pensieri e nella nostalgia della Francia. ✨ Tra mito e suggestione Il soggiorno di Montholon ha aggiunto al castello un’aura romantica e internazionale. Racconti popolari parlano di lettere mai consegnate , di nostalgie intime e persino di presunti colloqui notturni con il fantasma di Napoleone . Così, storia e leggenda si fondono, rendendo la visita un’esperienza sospesa tra cronaca e immaginazione. 🌄 Un invito alla scoperta Visitare il Castello di San Michele in Teverina significa entrare in un luogo dove la Tuscia incontra l’Europa . La Suite Montholon non è solo una stanza: è una porta sul passato, un ponte narrativo che unisce memoria storica e fascino leggendario.
- 🌹 Caterina de’ Medici e Virginia Baglioni: le donne che ridiedero vita al Castello di San Michele in Teverina
Ogni castello ha i suoi eroi, ma non tutti hanno eroine . La storia del Castello di San Michele in Teverina non sarebbe quella che conosciamo senza il coraggio e la visione di due donne nobili: Caterina de’ Medici e Virginia Baglioni . A loro si deve non solo la rinascita della rocca dopo la distruzione del 1522, ma anche l’impronta femminile che ancora oggi aleggia tra le sale, le logge e le pietre del borgo. 📜 Il tempo della rinascita Dopo l’assedio del 1522 e la distruzione ordinata dalle truppe papali e dai Farnese-Monaldeschi, fu Caterina de’ Medici , moglie di Piero I Baglioni, a salvare il destino del castello. Con fermezza ottenne da papa Clemente VII il riconoscimento della proprietà della terra e avviò la ricostruzione . Nel 1536 la fortezza tornò stabilmente ai Baglioni: tra i discendenti si distinse Virginia Baglioni , protagonista della rinascita architettonica e culturale del maniero. Se il conte Alberto Baglioni promosse lavori dal 1569, fu Virginia a volere lo splendido loggiato-terrazza , che ancora oggi si affaccia sui calanchi. Qui, con un gesto di fierezza senza tempo, incise il proprio nome nella cornice in pietra, lasciando una firma che è diventata memoria viva e simbolo di orgoglio. 🌿 Una presenza scolpita nella pietra La terrazza panoramica è oggi una delle mete più fotografate dai visitatori del castello. Non solo per la vista mozzafiato sulla valle dei calanchi, ma perché conserva l’ incisione di Virginia Baglioni : un segno raro per il Cinquecento, quando poche donne potevano “firmare” un’opera pubblica. Le guide locali raccontano questa curiosità con orgoglio, ricordando come la forza e l’intelligenza di Caterina e Virginia abbiano trasformato la distruzione in rinascita, modellando non solo l’architettura ma anche l’anima del borgo. ✨ Leggende di una presenza femminile Nelle cronache orali e nelle narrazioni turistiche si tramanda che, passeggiando tra le sale affrescate e le logge del castello, si possa percepire una sorta di presenza femminile protettrice . Non un fantasma spaventoso, ma un’aura di guida e ispirazione, quasi che lo spirito di Caterina e Virginia aleggi ancora tra le mura antiche, vigilando sul destino del borgo e dei suoi abitanti. 🌸 Un racconto al femminile La storia di Caterina e Virginia è oggi raccontata come una delle più identitarie di San Michele in Teverina. È un racconto di resilienza e modernità : due donne capaci di guidare una comunità nelle difficoltà, di ricostruire sulle macerie e di imprimere il proprio segno sulla pietra e sulla memoria. La loro eredità continua a vivere nelle iniziative di valorizzazione del borgo diffuso , nelle visite guidate e nelle narrazioni che ogni anno attraggono viaggiatori in cerca di autenticità. 🌄 Un invito alla scoperta Il Castello di San Michele in Teverina non è soltanto un monumento: è un luogo di memoria femminile , un punto di incontro tra storia, architettura e identità. E sulla terrazza affacciata sui calanchi, davanti alla firma di Virginia Baglioni, ogni visitatore può sentirsi parte di un dialogo lungo cinque secoli, in cui le pietre non raccontano solo guerre e assedi, ma anche rinascita, coraggio e visione .
- ⚔️ L’Assedio del 1522 al Castello di San Michele in Teverina: tra storia e leggenda
C’è un vento che soffia forte nella Valle dei Calanchi , e sembra portare con sé le voci di un tempo lontano. Se ci si ferma in silenzio tra le mura del Castello di San Michele in Teverina , qualcuno giura di udire ancora i clangori delle armi, gli ordini concitati, le grida spezzate di un assalto che risale a cinque secoli fa. È la leggenda dell’ assedio del 1522 , un episodio che ha segnato per sempre l’anima di questa rocca rinascimentale. 📜 Una contesa tra dinastie La miccia fu accesa da una questione ereditaria tra due grandi famiglie: i Baglioni , signori del castello (allora chiamato Castel di Piero ), e i Farnese-Monaldeschi . Nell’anno 1522, Galeazzo Farnese marciò fino allo sperone tufaceo che domina la valle del Tevere, portando con sé un esercito di armati e cinquecento mercenari corsi. La sua intenzione era chiara: conquistare la rocca e piegare i Baglioni, imponendo il predominio farnesiano sulla Tuscia. 🛡️ La resistenza dei Baglioni A guidare la difesa fu Piero I Baglioni , condottiero valoroso che raccolse attorno a sé popolani e soldati fedeli. Le cronache raccontano di una resistenza tenace e prolungata : il ponte levatoio alzato, le mura pronte a respingere ogni assalto, e il terreno impervio dei calanchi a rendere la fortezza quasi imprendibile. Ma la furia degli assedianti non si fermò: dopo giorni di battaglia e perdite ingenti, i Farnese riuscirono a espugnare il castello, ordinandone la distruzione. Le antiche mura crollarono sotto il peso della violenza, ma dalle macerie sarebbe rinato, in stile rinascimentale, il castello che oggi conosciamo. 🌬️ Voci nella pietra: il folklore dell’assedio La memoria dell’assedio vive ancora oggi nei racconti tramandati. Gli abitanti narrano che nelle notti ventose , tra logge e sale di San Michele in Teverina, si odano echi lontani: rumori di ferro contro ferro, grida disperate, ordini spezzati. È come se le pietre stesse avessero conservato l’impronta del sacrificio dei difensori, trasformando la leggenda in un ricordo eterno . 👩🦰 Rinascita e protagoniste femminili Dopo la caduta, furono le donne della famiglia Baglioni – in particolare Caterina de Galeotto de’ Medici e Virginia Baglioni – a guidare la rinascita. Con coraggio e visione, ricostruirono il castello trasformandolo in una dimora rinascimentale, elegante ma ancora carica di spirito difensivo. 🍷 Tra visite e racconti Oggi il castello accoglie i visitatori con le sue terrazze affacciate sui calanchi , le scuderie trasformate in appartamenti e le sale che custodiscono memorie francesi legate ai Montholon-Semonville , la famiglia di Napoleone. Durante le visite guidate, la leggenda dell’assedio del 1522 rivive: guide e narratori locali accompagnano tra curiosità, storie orali e reperti emersi dai pozzi medievali, restituendo il brivido di quei giorni drammatici. ✨ Un invito alla scoperta Visitare il Castello di San Michele in Teverina significa entrare in un racconto che unisce storia e immaginazione . Le sue mura parlano di potere e dinastie, di sangue e rinascita, di donne coraggiose e condottieri valorosi. E mentre il sole cala dietro i calanchi, tra i silenzi e i venti che corrono nella valle, sembra davvero di tornare a quella notte del 1522, quando la storia si fece leggenda.
- 🏰 Castello di San Michele in Teverina: tra Rinascimento, leggende e panorami sulla Valle dei Calanchi
Il Castello di San Michele in Teverina non è solo una residenza storica: è un viaggio nel tempo, un crocevia di potere, arte e spiritualità che ancora oggi racconta la storia della Tuscia attraverso i suoi muri, le sue leggende e i suoi personaggi illustri. 📜 Origini e Famiglie Nobili ⛪ 1164 – Fondato da Piero di Mugnano , all’epoca chiamato Castel di Piero. 👑 Per quasi cinque secoli fu dimora dei Baglioni , protagonisti di contese dinastiche e battaglie epiche. ⚔️ 1522 – L’assedio dei Farnese distrusse parte delle fortificazioni medievali: la ricostruzione fu l’occasione per un rinascimento architettonico che ancora oggi incanta. 🌹 Le figure femminili di Caterina de Galeotto de’ Medici e Virginia Baglioni guidarono la rinascita del castello. 🙏 Francesca Baglioni , divenuta religiosa, fu educatrice e guida spirituale di Maria de’ Medici , futura regina di Francia. 📜 1690 – Con licenza papale, passò ai Benedetti di Spoleto. 🇫🇷 Nel XIX secolo arrivarono i Montholon-Semonville , legati a Napoleone Bonaparte: portarono un tocco di eleganza francese alla residenza. 🏛️ Architettura e Spazi 🏞️ Il castello domina lo sperone tufaceo nel cuore della Valle dei Calanchi di Civita di Bagnoregio. 🎨 Ambienti rinascimentali ricchi di affreschi, arredi e terrazze panoramiche. 🛋️ La suite Montholon conserva memorie francesi e una veranda con vista esclusiva. 🐎 Le scuderie storiche oggi accolgono appartamenti eleganti e moderni. 🏊♂️ Una piscina a sfioro e spazi per eventi offrono un connubio unico di storia e ospitalità. 🌟 Personaggi e Leggende ⚔️ Piero I Baglioni e il suo coraggio durante l’assedio del 1522. 👸 Caterina e Virginia Baglioni , simboli di resilienza e rinascita. 🙏 Francesca Baglioni , anima spirituale che intrecciò la storia della Tuscia con la corte di Francia. 🇫🇷 I Montholon , custodi del legame con Napoleone, che rendono il castello custode di memorie internazionali. 🍷 Turismo e Esperienza Oggi il Castello di San Michele in Teverina è: 🎉 Location per eventi esclusivi e matrimoni da sogno. 🛏️ Dimora per soggiorni di charme immersi nella storia. 🍇 Luogo di degustazioni e feste che raccontano la Tuscia attraverso i suoi sapori. 🌄 Un punto privilegiato per ammirare la bellezza struggente della valle dei Calanchi . 🔍 Curiosità ✒️ La firma di Virginia Baglioni è ancora visibile incisa nella pietra delle terrazze. ⛪ Il borgo conserva la chiesa di San Michele Arcangelo e un antico ponte storico , a testimonianza di un’identità viva. ✨ Il Castello di San Michele in Teverina non è solo un luogo da visitare: è una narrazione vivente , un intreccio di memorie nobiliari, arte rinascimentale e paesaggi mozzafiato che fanno della Tuscia un territorio unico.
- Tuscia: storie di pietra, vino e meraviglia
Introduzione 🌄 Il respiro di una terra antica. La Tuscia, distesa nel nord del Lazio, sembra un romanzo vivente scritto su rocce vulcaniche e vitigni. È una regione di vallate verdi e colline punteggiate da borghi medievali come Civita di Bagnoregio e Vitorchiano . Qui il paesaggio è una sinfonia fra natura e mani sapienti: la Strada dei Vini dell’Alta Tuscia collega cantine, botteghe contadine e casali, creando un percorso dove il gusto si intreccia con l’arte, la storia e la spiritualità . La Tuscia non è una provincia qualsiasi: nei suoi terreni vulcanici e tufacei la civiltà etrusca trovò un luogo ideale per fiorire e nelle grotte scavate nel tufo matura ancora oggi il vino . Le radici profonde di questa terra si sentono nei silenzi fra le colline, nel profumo delle vigne e nel colore dorato dell’autunno. Racconto etrusco: l’anima sotterranea 📜 L’eco di una civiltà antica. Prima che Roma diventasse imperatrice, gli etruschi abitavano la Tuscia. Gli studi suggeriscono che i primi insediamenti risalgano al XIII secolo a.C. e che questa civiltà, grazie ai sedimenti di tufo e ai terreni vulcanici , trovò qui il luogo ideale per svilupparsi . Le necropoli scavate nella roccia raccontano storie di commerci e di culti; le più suggestive si trovano nella zona di Barbarano Romano e Norchia, dove tombe a camera e a facciata scolpite nel tufo testimoniano l’ingegno di questo popolo. A Bolsena , il lago vulcanico più grande d’Europa, il borgo moderno sorge sul sito dell’antica Volsinii etrusca . Dopo che i Romani rasero al suolo la città nel 265 a.C., gli abitanti si trasferirono probabilmente a Orvieto . Questo stesso lago, circondato da colline di tufo, custodisce ancora i ricordi della civiltà etrusca e alimenta la leggenda di vini preziosi. Nelle campagne della Teverina, a Castiglione in Teverina , le grotte scavate dagli etruschi nel tufo sono utilizzate ancora oggi per far maturare l’ Orvieto DOC . Qui si comprende come l’anima sotterranea della Tuscia non sia un reperto da museo ma una presenza viva che nutre vigne e racconti. Il Medioevo da fortezza 🏰 Borghi sospesi sul tufo. Con il crollo dell’impero romano, la Tuscia si trasformò in un mosaico di castelli e mura . Il simbolo più celebre è Civita di Bagnoregio , conosciuta come la città che muore per via dell’erosione che minaccia il suo sperone di tufo. Il villaggio, fondato dagli etruschi oltre 2.500 anni fa e dominato da Romani, Goti e Longobardi , è oggi accessibile solo attraverso la Porta Santa Maria , unica superstite delle cinque porte originarie. Varcata l’arco, si entra in un labirinto di vicoli medievali, piazzette e case in pietra , dove svetta la chiesa di San Donato . La posizione precaria e l’atmosfera senza tempo hanno ispirato artisti e registi: il maestro dell’animazione Hayao Miyazaki dichiarò di essersi ispirato a Civita per il suo film Laputa – Castello nel cielo . Nonostante l’erosione, questo luogo continua a incantare i viaggiatori, ricordando che nella Tuscia bellezza e fragilità convivono . Altri borghi, come Vitorchiano e Vitorchiano, conservano torri, mura e fontane che raccontano assedi e parentele nobiliari. Ovunque lo sguardo si posi, le pietre parlano di un Medioevo ingegnoso che sfruttò il tufo per proteggersi e per creare bellezza. Rinascimento: il sogno dei giardini 🌿 Palazzi e giochi d’acqua. Nel XVI secolo la Tuscia divenne il rifugio di papi e cardinali alla ricerca di quiete e prestigio. A Caprarola , Palazzo Farnese (anche noto come Villa Farnese) è considerato una delle residenze rinascimentali più affascinanti d’Europa . La sua storia inizia come fortezza: nel 1530 Cardinale Alessandro Farnese incaricò Antonio Sangallo di progettare un bastione pentagonale con mura spesse . Trent’anni dopo, il nipote Alessandro Farnese il Giovane trasformò l’opera militare in una sontuosa dimora grazie all’architetto Jacopo Barozzi da Vignola . L’edificio, circondato da un fossato e rinforzato da ramparti , è accessibile tramite una doppia scala monumentale . All’interno, la Scala Regia avvolge 30 colonne doriche e, secondo la tradizione, era così larga da permettere al cardinale di salire a cavallo . Le sale sono decorate con affreschi che celebrano la famiglia Farnese; tra le più celebri vi è la Stanza del Mappamondo , dove le pareti raffigurano il mondo allora conosciuto . A pochi chilometri, a Bagnaia , il giardino di Villa Lante rappresenta un capolavoro del mannerismo italiano . Realizzato a fine Cinquecento e attribuito a Vignola , il complesso è composto da due casini simmetrici immersi in un parco di fontane. I giardini sono famosi per le cascate, i giochi d’acqua e le grotte . L’ingegnere Tommaso Ghinucci progettò l’impianto idraulico che permette all’acqua di scorrere ancora oggi dalle sorgenti alle vasche . Il parterre quadrato, circondato da siepi di bosso, ospita la Fontana dei Mori di Giambologna, dove quattro figure nere sostengono l’emblema dei Montalto . Salendo, si incontra la catena d’acqua , una serie di piccole vasche che formano un ruscello serpentino; al termine di questa terrazza si trova una lunga tavola di pietra con un canale centrale in cui l’acqua scorre per mantenere fresco il vino . Più in alto, fontane, grotte e casini più piccoli creano il “teatro delle acque” , dove l’architettura dialoga con la natura . Contemporaneità: la Tuscia delle radici 🍇 Strade del vino e antiche leggende. Oggi la Tuscia continua a raccontare se stessa attraverso il vino, il cibo e le feste. La Strada dei Vini dell’Alta Tuscia , istituita dalla Regione Lazio, unisce enoteche, cantine, ristoranti, botteghe di pesce del lago, fattorie e laboratori artigianali . Percorrerla significa scoprire paesaggi straordinari e gustare prodotti che affondano le radici nella storia. L’itinerario attraversa paesi come Montefiascone, Marta, Gradoli, Grotte di Castro, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Orvieto, Castiglione in Teverina e Civitella d’Agliano , offrendo infinite opportunità di degustazione. Il vino più celebre è l’ Orvieto DOC : prodotto in varie località della Teverina e invecchiato nelle grotte scavate dagli etruschi, è un bianco paglierino ottenuto da Trebbiano e Grechetto che profuma di fiori, miele e nocciole . L’ Aleatico di Gradoli , DOCG dal 1972, deriva da un antico vitigno portato dalla Grecia dagli etruschi; il vino, color rubino intenso, ha un gusto fresco e fruttato . A Montefiascone si produce il leggendario Est! Est!! Est!!! di Montefiascone , bianco armonico il cui nome deriva dalla scritta entusiasta lasciata da un vescovo tedesco nel 1111 . Nella zona di Marta nasce il Cannaiola DOC , vino raro e complesso dal profumo di ciliegie, more e rosa . Gli esperti di enologia ricordano che la Tuscia e la Maremma Laziale sono tra le aree vinicole più importanti del Lazio: qui le terre vulcaniche conferiscono ai bianchi come il Bianco Vergine della Tuscia un finale minerale e le tradizioni vitivinicole risalgono all’epoca etrusca . La modernità non cancella l’antico: le sagre e le feste del vino celebrano ancora oggi il lavoro nei campi, il raccolto e il piacere della tavola. Conclusione 📣 Una terra che racconta se stessa. La Tuscia è una regione dove la Storia diventa Storie : ogni pietra, ogni vigna, ogni borgo racchiude vicende che parlano di popoli scomparsi, di artisti e nobili, di contadini e viticoltori. Chi percorre queste colline non trova semplici attrazioni turistiche, ma incontri con il tempo e con la vera essenza dell’Italia . Nei vicoli di Sermugnano o sulle mura di Civita di Bagnoregio , sotto le volte affrescate di Palazzo Farnese o tra le fontane di Villa Lante , il viaggiatore scopre un luogo dove il passato dialoga con il presente e invita a camminare lento, ascoltare e assaporare. La Tuscia, con la sua voce antica e la sua vitalità contemporanea, è pronta a svelarsi a chi sa fermarsi e lasciare che le pietre e i vini raccontino storie di un’altra Italia.
- Sermugnano: un gioiello nascosto della Teverina laziale
Introduzione 🌄 Un nido di tufo tra la Tuscia e l’Umbria. Sermugnano è una piccola frazione del comune di Castiglione in Teverina, incastonata su uno sperone di tufo a 346 m di quota . Le sue case di tufo e i vicoli curati fanno subito capire che qui si respira una ruralità autentica . Siamo a nord della Teverina viterbese, quasi al confine con l’Umbria e a pochi chilometri da Orvieto, immersi in un paesaggio ancora poco antropizzato di boschi, fossati e campi coltivati . Da questo sperone il borgo domina vigneti che producono Grechetto e Orvieto DOC. Per la sua vocazione vinicola e l’armonia del paesaggio, Sermugnano è stato soprannominato il “piccolo Chianti del Lazio” . È una meta perfetta per chi cerca un viaggio lento tra campagne incantate e il profumo delle tradizioni. Storia e Archeologia 📜 Un passato millenario. Studi archeologici indicano che l’area fu abitata sin dalla preistoria e che il colle denominato Poggio ospitò insediamenti già prima degli Etruschi . La necropoli etrusca e romana scoperta sul Poggio, oggi non visitabile perché situata su un costone pericoloso, testimonia una continuità di vita dalla preistoria al periodo romano . Tra le sepolture spicca una tomba a fossa con due deposizioni, scoperta nel 1965 e datata alla prima metà del VI secolo a.C., la cui ricchezza di manufatti indica l’apertura di Sermugnano ai commerci etrusco‑corinzi . Nel versante sud‑est del paese si conservano tombe a camera scavate nel tufo con tetto a spiovente, tipologia diffusa nell’Etruria del periodo orientalizzante . Un celebre specchio etrusco proveniente da Sermugnano, con una scena del mito di Pentesilea, è oggi conservato al British Museum . 🏰 Il castello longobardo e la signoria dei Monaldeschi. La tradizione attribuisce la costruzione del castello al re longobardo Desiderio . Il borgo fu conteso da diverse famiglie, tra cui i Monaldeschi di Orvieto, finché il loro declino portò alla perdita di importanza strategica . Nel Rinascimento la fortezza fu trasformata in palazzo nobiliare, perdendo la funzione militare . La cinta muraria, ancora visibile in alcuni tratti, fu eretta per proteggere l’insediamento . Architettura e Paesaggio ⛪ Pietra, fede e armonia rurale. Il centro storico è un dedalo di case in tufo disposte concentricamente attorno a Piazza Castello . Tra gli edifici sacri spicca la Chiesa parrocchiale di San Silvestro , documentata dal 1494 ma ritenuta di origine altomedievale . La chiesa presenta una facciata sobria con campanile quadrato e un’unica navata; all’interno custodisce cappelle laterali e fu ricostruita nel 1879 sulle fondamenta dell’antica chiesa . Altre chiese del borgo sono la Natività di Maria, affacciata su Piazza Castello, con un piccolo campanile a vela e una statua lignea della Vergine, e la chiesa Madonna delle Grazie, situata appena fuori dalle mura . 🌿 Un paesaggio agrario ancora integro. Sermugnano si trova in una zona agricola di pregio che rientra nella Strada del Vino della Teverina , dove i vigneti convivono con boschi, pascoli e fossi . L’area è attraversata da sentieri e strade panoramiche; in primavera ed autunno i colori delle vigne e il clima mite rendono la visita particolarmente suggestiva . Leggende, Curiosità e Tradizioni 🍇 Il “piccolo Chianti” del Lazio. Sermugnano è noto per la produzione di vini Grechetto e Orvieto DOC e per la qualità delle sue uve, grazie al microclima e ai terreni vulcanici. La campagna circostante è caratterizzata da colture promiscue che danno vita a oli, salumi e altre eccellenze . In autunno i vigneti si tingono di arancio e rubino, e il borgo ospita eventi enogastronomici dedicati ai prodotti tipici . 🎭 Tradizioni e racconti popolari. I sermugnanesi tramandano leggende legate al castello e alle tombe etrusche, narrando di guerrieri longobardi e di antichi banchetti. Il borgo partecipa al Cammino dei Luoghi del Cuore del FAI, classificandosi tra i borghi rurali più votati . Turismo e Esperienze 🎒 Cosa fare a Sermugnano. Chi ama l’archeologia può visitare il museo Muvis di Castiglione in Teverina dove sono conservati i reperti della necropoli . Gli appassionati di trekking possono percorrere il sentiero CAI 192, che collega Sermugnano a Castiglione in Teverina, e scoprire i panorami sulla Valle dei Calanchi. Gli enoturisti troveranno cantine e aziende agricole lungo la Strada del Vino della Teverina; molte offrono degustazioni di Grechetto e Orvieto, visite ai vigneti e abbinamenti con prodotti locali . Ottobre è il periodo ideale per degustazioni e per partecipare a sagre dedicate all’uva . In paese esiste solo una guest house; per ristoranti e altre strutture ricettive bisogna spostarsi a Castiglione in Teverina, Orvieto o Civita di Bagnoregio . Sermugnano dista 36 km da Viterbo, 18,5 km da Orvieto e 19 km da Bolsena . Riferimenti Principali 📌 Edifici e siti da non perdere. 🏰 Castello medievale – fulcro dell’insediamento, di origine longobarda e poi dimora signorile . 🛡️ Cinta muraria – fortificazione costruita per proteggere il borgo . ⛪ Chiesa di San Silvestro – parrocchiale con navata unica e campanile quadrato . 🕍 Chiesa della Natività di Maria e Chiesa Madonna delle Grazie – due chiesette rurali con facciate semplici e campanili a vela . 🗿 Necropoli di Poggio/Puntale – tombe etrusche e romane con corredi ricchi; il British Museum conserva uno specchio proveniente da qui . 🍇 Strada del Vino della Teverina – itinerario enogastronomico che valorizza il paesaggio e i vigneti di Sermugnano . Conclusioni 📣 Messaggio per i viaggiatori. Sermugnano è un laboratorio a cielo aperto dove storia, natura e cultura vinicola si fondono. Non aspettatevi movida o attrazioni turistiche di massa: qui si vive con lentezza, si ascolta il vento tra le vigne e ci si perde tra i vicoli di tufo. Chi sceglie Sermugnano sceglie un’esperienza autentica, tra archeologia etrusca, panorami poetici e calici di vino che raccontano secoli di storia.
- Il lusso di chi non fa la fila
C’è un’idea sbagliata che ci portiamo dietro da tempo: pensare che il lusso sia solo una camera con vista o una cena stellata. In realtà, il vero lusso oggi è non dover condividere la meraviglia con una folla distratta . È camminare dentro un borgo rinascimentale e avere la sensazione che sia lì solo per te. È sedersi davanti a un affresco medievale e poterlo guardare senza il rumore di cento voci che scattano foto. È scendere in un sotterraneo etrusco e provare quel brivido da “pioniere”, come se fossi il primo a scoprire il segreto custodito dalla pietra. La Tuscia questo lusso lo offre, e non perché si è inventata un marketing esclusivo: ma perché vive ancora fuori dal turismo di massa. Non è Roma, non è Firenze, non è Venezia. Qui non fai la fila, qui ti siedi e respiri . Chi viene nella Tuscia lo capisce subito: non sei in un parco a tema, non sei nel set di un film, non sei nell’ennesima località da social. Sei in un territorio che ti guarda e sembra chiederti: “hai davvero tempo per me?” E la risposta, se decidi di darla, è un privilegio. Perché non avrai la sensazione di “visitare” ma di scoprire , come se ogni chiesa, rovina o vicolo ti fosse stato affidato in segreto. Ecco il vero lusso: non l’ostentazione, ma l’intimità. Non la coda alla biglietteria, ma l’ingresso silenzioso in una meraviglia che diventa solo tua.
- 🏰 Ischia di Castro: Gioiello Nascosto nell’Alta Tuscia Viterbese
🕰️ Storia e Identità Arroccato su uno sperone di tufo tra i torrenti Fiora e Olpeta, Ischia di Castro è un borgo che custodisce strati di storia: dalle radici etrusche al Medioevo, fino allo splendore rinascimentale del Ducato di Castro , cuore del potere farnesiano. 📍 Attrazioni e Monumenti 🏯 Rocca Farnese (Palazzo Ducale) La più antica residenza della famiglia Farnese, trasformata in elegante palazzo da Antonio da Sangallo il Giovane. Oggi parte delle Dimore Storiche del Lazio , domina il borgo con imponenza. 🏘️ Centro Storico Vicoli lastricati, scorci panoramici e l’ingresso monumentale che dal Palazzo Ducale conduce nel cuore medievale del borgo. 🏺 Museo Civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” Reperti della necropoli etrusca, collezioni che spaziano dalla preistoria al Rinascimento e testimonianze della città distrutta di Castro. ⛏️ Necropoli Etrusca di Castro Tombe monumentali, tra cui la celebre Tomba della Biga (530-520 a.C.), oggi visitabile. ⛪ Duomo di Sant’Ermete Parrocchiale settecentesca, con opere di pregio e plutei sugli amboni. ⛪ Chiesa di San Rocco Edificio romanico con affreschi quattrocenteschi. 🌸 Santuario della Madonna del Giglio Luogo di culto tra i più amati, legato a devozioni popolari. 🌄 Eremo di Poggio Conte Chiesa rupestre scavata nella roccia tra XII e XIII secolo, decorata da affreschi medievali, raggiungibile con un sentiero immerso nella natura. 🏚️ Rovine di Castro Resti suggestivi della capitale del Ducato, rasa al suolo nel 1649, simbolo di memoria e identità locale. 🌿 Natura e Paesaggi Passeggiate nei boschi e forre scavate dai torrenti Fiora e Olpeta. Riserva Naturale della Selva del Lamone , polmone verde per escursioni. Lago di Bolsena , facilmente raggiungibile per sport e relax. 🎉 Eventi e Tradizioni Festa AMA Ischia (fine luglio): arte, musica e artigianato. Gran Premio delle Carrettelle (metà agosto): gare di carretti artigianali lungo le vie del borgo. Sant’Ermete & Giostra del Gallinaccio (27-28 agosto): processione solenne, corteo storico e disfida cavalleresca. Festa della Madonna del Giglio (8 settembre): celebrazioni religiose e folkloristiche. 🍷 Gastronomia e Prodotti Tipici 🥘 Piatti della Tradizione Acquacotta : zuppa povera con pane raffermo, erbe e olio EVO. Pappardelle al cinghiale , strozzapreti e lombrichelli. Zuppe di legumi (ceci, castagne, fagioli). Coniglio all’ischiana , abbacchio, selvaggina. Pesce di lago: coregone, persico, tinca. 🌿 Prodotti del Territorio Olio Canino DOP : verde intenso, fruttato e piccante. Nocciole dei Monti Cimini , per tozzetti e dolci locali. Pecorini artigianali . Vini DOC Colli Etruschi Viterbesi . 🍯 Dolci Tipici Maccheroni con le noci (Natale). Torciglione e nociatelle. Frittelle di riso (San Giuseppe). Ravioli dolci di Carnevale. 🍽️ Dove Mangiare Nome Tipo cucina Caratteristiche Trattoria Da Salvatore Cucina locale, casareccia Selvaggina, piatti tipici Ristorante Pizzeria La Fiaba Pizza e cucina tradizionale Atmosfera informale, ottime pizze Agriristoro Fratelli Pira Slow food, agriturismo Prodotti a km 0, tradizione genuina La Vineria Enoteca, cucina locale Ampia scelta di vini, piatti tipici Il Podere di Marfisa Agriturismo Degustazioni in ambiente rurale ℹ️ Informazioni Utili 📍 Distanze : Roma 130 km (2h) – Viterbo 40 km (45 min) – Siena 100 km (1h30). 🌸 Quando Andare : primavera e autunno per il clima, estate per eventi e tradizioni. 🛍️ Mercato settimanale : mercoledì mattina. ☎️ Info turistiche : Comune Via S. Rocco, 2 – Tel. 0761 425455. ✨ Conclusione Ischia di Castro è un borgo che offre architetture farnesiane , siti etruschi unici , feste popolari e una cucina autentica . È una meta che unisce storia, natura e convivialità, lontana dai percorsi turistici più battuti ma capace di regalare esperienze memorabili nell’Alta Tuscia viterbese.
- 🌌 Viterbo Sotterranea: Il Cuore Nascosto della Città dei Papi
✨ Introduzione Sopra, le piazze rumorose e le mura merlate raccontano la Viterbo medievale. Sotto, invece, respira un mondo segreto: corridoi di tufo scavati oltre 2500 anni fa, dove acqua, mistero e memoria si intrecciano. Camminare nella Viterbo sotterranea significa entrare in un’altra città, invisibile e silenziosa, fatta di cunicoli, cisterne e sale ipogee. Un labirinto che ha visto passare Etruschi, Templari, briganti e soldati . Un ventre che custodisce la parte più intima e nascosta della Tuscia. 🏛️ Origini e Architettura Etruschi ingegneri : i primi a scavare, trasformando il sottosuolo in una rete idraulica per raccogliere e canalizzare l’acqua. Medioevo strategico : tunnel ampliati per collegare chiese e palazzi nobiliari, utili come vie di fuga durante assedi e rivolte. Novecento : rifugi antiaerei durante la guerra e nascondigli per briganti. Tufo rosso e scorie nere : la pietra vulcanica del Vico che plasma la geologia sotterranea, regalando corridoi morbidi, forme ovoidali e suggestioni quasi rituali. 🕵️ Leggende e Misteri Templari nel buio : racconti di passaggi usati per funzioni segrete o culti nascosti. Buttaroli : tombaroli e ladruncoli che sfruttavano i cunicoli per introdursi nelle cantine. Tesori e spiriti : storie popolari narrano rumori inspiegabili, presenze invisibili e tesori nascosti. Il cunicolo ovoidale : dalla forma perfetta, attribuito a riti sacri etruschi. 👉 Quello che trovo affascinante è la continuità di funzioni: da sistemi idraulici a rifugi bellici, da vie di fuga a spazi rituali. Ogni epoca ha lasciato un segno, senza mai interrompere l’uso del sottosuolo. 🏰 Oggi: Visitare Viterbo Sotterranea Percorso visitabile : sotto Piazza della Morte , due livelli a 3 e 10 metri di profondità. Tour guidati : 60–75 minuti, con spiegazioni su Etruschi, Medioevo e Seconda guerra mondiale. Museo dei Cavalieri Templari : espone cimeli e racconta le storie templari legate alla città. Esperienze aggiuntive : alcuni tour includono degustazioni di prodotti tipici locali. 📅 Le visite partono frequentemente (anche ogni 30 minuti), fino a sera. 🎟️ Prezzo medio: circa 10 euro. 🌿 Perché vale la pena scendere sotto Viterbo È un viaggio nel tempo : ogni metro di tufo racconta un’epoca diversa. È un’esperienza sensoriale : fresco costante, silenzio denso, luci che scolpiscono le pareti. È una storia di resilienza : dagli Etruschi che costruiscono, agli abitanti che vi trovano rifugio dai bombardamenti. È un mistero vivo : i cunicoli conservano ancora zone inesplorate, alimentando la fantasia. 👉 Personalmente, trovo incredibile che lo stesso spazio sia stato usato per l’acqua, per i riti, per la guerra e per il saccheggio. È come se la Viterbo sotterranea fosse lo specchio delle paure e dei bisogni dell’uomo in ogni tempo. 📌 Info Utili 📍 Partenza tour : Piazza della Morte (centro storico). ⏱️ Durata: 60–75 minuti. 💶 Prezzo: ~10 €. 👟 Consigli: scarpe comode, giacca leggera (sotto fa sempre fresco). ✒️ Conclusione La Viterbo sotterranea non è solo un’attrazione turistica, ma un archivio vivo : qui il passato non è polvere, ma pietra respirante. Scendere sotto le strade di Viterbo significa entrare in una storia che non ha mai smesso di pulsare. Chi torna in superficie, porta con sé non solo un ricordo, ma una nuova consapevolezza: la città non vive solo sopra le sue mura, ma anche nelle sue viscere.
- 🎶 Festival Barocco Alessandro Stradella 2025: un settembre di musica tra chiese, palazzi e giardini della Tuscia
PROGRAMMA 2025 CONCERTO DI APERTURA Sabato 30 agosto 20.30 Viterbo, Chiesa di S. M. Nuova UN ANGELO DEL PARADISO The Orrigoni Songbook Musica di A. Stradella ENSEMBLE MARE NOSTRUM SILVIA FRIGATO soprano ANDREA DE CARLO direzione biglietti/tic kets Domenica 31 agosto 18.30 Viterbo, Chiesa di S. Silvestro ORIENT/OCCIDENT Musiche di P. Hindemith, D. Galli, T. Hosokawa, J. Xenakis, S. Prokofiev, G. Sollima, MICHELE MARCO ROSSI violoncello biglietti/tic kets Venerdì 5 settembre 18.30 Viterbo, Chiesa di S. M. Nuova A VIOLINO SOLO Musiche di G. Tartini, N. Matteis, J. H. Roman, J. G. Pisendel, G. P. Telemann, H. I. F. Biber, J. S. Bach SIMONE PIRRI violino biglietti/tic kets Sabato 6 settembre 18.30 Viterbo, Chiesa di S. Silvestro LA MERAVIGLIA E L’INQUIETUDINE Musiche di G. Caccini, F. Rasi, S. D’India, B. Marini, G. Rovetta DRAMATODIA ALBERTO ALLEGREZZA canto e recitazioneGIOVANNI BELLINI tiorba e chitarra baroccaMICHELE VANNELLI clavicembalo biglietti/tic kets Domenica 7 settembre 18.30 Viterbo, Chiesa di S. M. Nuova ¡FIESTA BARROCA LATINA! Musiche di J. De Araujo, G. Fernandes, J. G. De Padilla ENSEMBLE VILLANCICO PETER PONTVIK direzione biglietti/tic kets Venerdì 12 settembre 17.00 Bagnaia, Villa Lante CABINET DER LAUTEN Musica di Philipp Franz Le Sage de Richée, François Dufaut, Denis Gautier, Charles Mouton EDUARDO EGÜEZ liuto Visita guidata ore 16.00 su prenotazione. Il concerto e la visita sono compresi nel costo di ingresso al museo : € 5,00 Con le gratuità e le riduzioni previste dalla legge https://cultura.gov.it/agevolazioni prenotazioni al +39 3281174564 Venerdì 12 settembre 20.30 , S. Michele in Teverina, Chiesa di San Michele Arcangelo ECCO AMORE CH’ALTERO RISPLENDE Serenata di A. StradellaPrima esecuzione Palazzo Altieri, Oriolo romano 1676 STRADELLA Y-PROJECT ANDREA DE CARLO direzione prenotazioni al +39 3281174564 Sabato 13 settembre 21.30 Caprarola, Palazzo Farnese ECCO AMORE CH’ALTERO RISPLENDE Serenata di A. StradellaPrima esecuzione Palazzo Altieri, Oriolo romano 1676 STRADELLA Y-PROJECT ANDREA DE CARLO direzione Apertura straordinaria ore 20.00 con sonorizzazione delle sale del palazzo.Il concerto è compreso nel costo di ingresso al museo : € 8,00 Con le gratuità e le riduzioni previste dalla legge https://cultura.gov.it/agevolazioni prenotazioni al +39 3281174564 Sabato 13 settembre 18.30 Viterbo, Chiesa di S. Silvestro TARANTULE, ANTIDOTI E FOLLIE Musiche per i tarantolati attraverso la Spagna, la Puglia, l’antica Terra d’Otranto e la Francia ENSEMBLE TERRA D’OTRANTO DORIANO LONGO direzione biglietti/tic kets Domenica 14 settembre 17.30 Palazzo Altieri, Oriolo romano ECCO AMORE CH’ALTERO RISPLENDE Serenata di A. StradellaPrima esecuzione Palazzo Altieri, Oriolo romano 1676 STRADELLA Y-PROJECT ANDREA DE CARLO direzione Ore 16.00 sonorizzazione delle sale del palazzo. Il concerto e la visita sono compresi nel costo di ingresso al museo : € 5,00 Con le gratuità e le riduzioni previste dalla legge https://cultura.gov.it/agevolazioni prenotazioni al +39 3281174564 Domenica 14 settembre 19.30 Viterbo, Chiesa di S. M. Nuova A CASA DI MONSIGNOR KAUNITZ Musiche di G. F. Haendel, D. Scarlatti, B. Pasquini LUCA GUGLIELMI clavicembalo biglietti/tic kets Lunedì 15 settembre 21.00 , Nepi, Chiesa di San Pietro ECCO AMORE CH’ALTERO RISPLENDE Serenata di A. StradellaPrima esecuzione Palazzo Altieri, Oriolo romano 1676 STRADELLA Y-PROJECT ANDREA DE CARLO direzione prenotazioni al +39 3281174564 Venerdì 19 settembre 18.30 Grotte di Castro , Basilica Santuario di Maria Ss.ma del Suffragio VOCI UMBRE Storie, stornelli, musiche della tradizione Umbra SONIDUMBRA BARBARA BUCCI voce, percussioni MARCO BACCARELLI fisarmonica, organetti GABRIELE RUSSO voce, violino, mandolino, chitarra, chitarra battente, nychelharpa Sabato 20 settembre 18.30 Viterbo, Chiesa di S. Silvestro DOUBLE BACH #3 Musiche di J. S. Bach, D. Roccato DANIELE ROCCATO contrabbasso biglietti/tic kets Domenica 21 settembre 18.30 Viterbo, Chiesa di S. M. Nuova CRISALIDE Musiche di J. Cicconia, F. Landini, J. da Bologna, P. Des Molins PEPPE FRANA liutoFEDERICA BIANCHI clavicimbalum biglietti/tic kets Sabato 27 settembre 18.30 Viterbo, Chiesa di S. Silvestro DOLCI SPREZZATURE Musiche di G. P. Telemann, J. H. Fiocco, H. U. Staeps DAN LAURIN flauto dolceANNA PARADISO LAURIN clavicembalo biglietti/tic kets Domenica 28 settembre 18.30 Viterbo, Chiesa di S. M. Nuova MADRIGALI ALLO SPECCHIO 2025 Musiche di C. Monteverdi, A. Stradella, B. Marini CREMONA ANTIQUA ANTONIO GRECO direttore biglietti/tic kets
- 🎶 Festival Barocco Alessandro Stradella: la Tuscia che suona d’antico e di futuro
C’è un momento, quando le note si alzano tra le pietre dei borghi e rimbalzano sotto le volte di chiese secolari, in cui la Tuscia sembra tornare al Seicento. È allora che prende vita il Festival Barocco Alessandro Stradella, un intreccio di musica, ricerca e racconto che ogni anno trasforma Viterbo, Nepi e i loro dintorni in un palcoscenico diffuso. 👤 Alessandro Stradella, il genio inquieto Nato a Nepi nel 1639, Stradella è stato uno degli spiriti più liberi e visionari del Barocco italiano. Precursore del concerto grosso e dell’aria da capo, affascinò corti e teatri con una musica vibrante, colta e al tempo stesso popolare. La sua vita fu breve e avventurosa, segnata da passioni e duelli, fino alla morte violenta a Genova nel 1682. Oggi, grazie al festival che porta il suo nome, la sua eredità artistica torna a parlare al pubblico contemporaneo. 📍 Un festival diffuso tra borghi e ville Il festival non è un semplice cartellone di concerti: è un viaggio tra luoghi e atmosfere . Le musiche di Stradella e dei suoi contemporanei risuonano: nelle chiese romaniche di Viterbo , nelle sale eleganti del Palazzo Farnese di Caprarola , nei cortili rinascimentali di Nepi , tra i giardini geometrici di Villa Lante a Bagnaia , fino ai piccoli borghi come Tuscania, Ronciglione, Civitella d’Agliano . Ogni sede diventa un tassello di un mosaico barocco che unisce storia, architettura e paesaggio. 🎼 Programma e atmosfere Il Festival Stradella alterna oratori sacri, opere in forma scenica, concerti strumentali e contaminazioni con danza e teatro. Non mancano i percorsi tematici: “Santa Rosa di Viterbo” di Alessandro Melani, inaugurazione solenne nel 2023. “An Angel of Paradise – The Orrigoni Songbook” (2025), tributo al celebre castrato Marc’Antonio Orrigoni. Progetti su repertori meno noti, come il barocco romano per violoncello , le tradizioni popolari o la riscoperta di partiture dimenticate. Ogni edizione è un’esperienza unica: tra candele accese, riverberi di corde antiche e voci che sembrano aprire portali nel tempo. 🎓 Stradella Project & Y-Project Non solo concerti, ma ricerca e formazione . Lo Stradella Project , ideato dal direttore artistico Andrea De Carlo, esplora la prassi esecutiva del XVII secolo, con particolare attenzione alla vocalità e alla fonetica. Lo Stradella Y-Project coinvolge giovani musicisti internazionali in residenze artistiche, mettendo in scena opere e oratori poco conosciuti. Un ponte generazionale che rinnova la tradizione barocca. 🎉 Comunità e accoglienza Il festival è anche un’occasione per vivere la Tuscia in una chiave nuova. Dopo i concerti, il pubblico si riversa nelle piazze, nelle osterie, nelle vie dei centri storici. È musica che non resta chiusa in una sala, ma che diventa incontro, dialogo e festa . 🌟 Perché venire Il Festival Barocco Alessandro Stradella non è un evento per specialisti: è un invito a scoprire la bellezza totale – musica, luoghi, persone. È l’occasione per ascoltare un’aria barocca mentre fuori profuma di peperino e vino nuovo, per scoprire come una nota scritta quattro secoli fa possa ancora scuotere chi ascolta oggi. ✨ A Viterbo e nei suoi borghi, il barocco non è un capitolo di storia: è una lingua viva che ogni settembre torna a farsi sentire. E chi partecipa non è solo spettatore, ma parte di un racconto che unisce passato e futuro. Ascolta il Podcast















